Maricler in Brideland


Per moltissimi anni, fino ai ventiquattro – venticinque, le mie notti sono state segnate da incubi ricorrenti: sempre gli stessi sogni, con meccaniche simili, e risvegli uguali.
Alla fine, ci fai l’abitudine: cresci e capisci il perché di certi sogni, certe ansie ti diventano familiari, così come le loro manifestazioni. Impari a localizzare e circoscrivere l’angoscia, o almeno a sminuirla non dando tanto peso al modo in cui prende forma durante il giorno o la notte: ok, è solo lo stesso incubo, il perché lo conosco, passiamo al caffè.
Basta non affezionarsi ai propri incubi, non lasciarli macerare troppo durante la veglia, basta che non siano loro a raccontarti, e metà del malessere è già curato.
Poi questi incubi sono andati via, da soli.
Ho una fervente attività onirica: durante la notte chiacchero, urlo, mi muovo, ma non ho più avuto risvegli segnati dallo stesso sogno.

Ora, gli incubi ricorrenti sono tornati, ma sono incubi da sposa: ohibò, mi trovo in Brideland.
Brideland è (al pari di Wonderland, dove va a spasso la cara Alice) una terra bizzarra popolata da strani personaggi e oscuri accadimenti: in Brideland le spose arrivano all’altare senza fedi, si addormentano durante la cerimonia, vedono il boquet sfiorire tra le mani, e siamo certi che prima o poi il Cappellaio Matto avvelenerà il tè delle cinque.
E io, che durante il giorno sono dotata di un ferreo meccanismo di autocontrollo che mi tiene in piedi sui tacchi, sempre cortese, con i nervi distesi, spesso gentile, di notte mi smarrisco in Brideland e non so come uscirne.
Con gli incubi ricorrenti, conosci la causa, la razionalizzi, e te ne fai una ragione.
Qui, devo ammettere che sono solo una sposa che sta spalancando le porte all’isteria, ed è una roba che pensavo appartenesse solo alla letteratura, o alle rubriche tipo Sposa Oggi (ma domani no?): da lucida, provo a ragionarci, e so che non c’è nulla che possa andare così storto da rovinarmi quella giornata. Ma il mio inconscio non la pensa così, e la mattina mi risveglio con una dose di incredulità che se mi offrissero Humpty Dumpty a colazione ringrazierei e chiederei della polvere di stelle per insaporirlo.

E voi, anche voi avete fatto una passeggiata a Brideland?

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2 risposte a Maricler in Brideland

  1. enza scrive:

    brideland tipo bigodini in testa e vestita da casa, in chiesa al braccio di papà?
    tipo sposo che gioca a cucù a nascondersi tra le colonne di una chiesa deserta?
    tipo macchina che mi deve portare in chiesa che fa un giro lunghissimo e poi si perde in mezzo ai vicoli della città che non è la città del matrimonio?
    si.
    però non ti racconto per scaramanzia cosa è successo quando sognavo nella terra di brideland.
    quando poi mi son sposata davvero non ho avuto più incubi.
    ma sarà che c’era già la culona tra noi a dar calci da dentro :) )

  2. FrancescaV scrive:

    Me li ricordo anche io i sogni pre-matrimonio: capelli che non si tenevano, fedi che avevamo dimenticato, io che in un sogno non riuscivo ad arrivare in chiesa e mi angosciavo tantissimo, vestito rotto immettibile. Leggere anche i tuoi mi fa tenerezza :-) Sarai una supersposa Mariachiara smak!