I Testimoni di nozze, perché proprio loro?
Giacomo - quasi come Tom Cruise
Giacomo è anche mio parente, mio cugino (nel senso buono), ma non è quello. Anche in città diverse, siamo cresciuti insieme, sin da piccolissimi, e ho ricordi dell’infanzia in cui lui c’è sempre. C’è nel mio primo ricordo, un’estate, avevo tre anni, e eravamo noi due nella battigia di Porto Istana. Lui non se lo ricorda, perchè sono passate più di due settimane, ma è così. Poi, ha un anno in più di me, ma mi ha fatto la cortesia di rimanere sempre alto come me. Siamo cresciuti insieme. E quando lui avrebbe potuto raggiungere il metro e ottantacinque, mi ha fatto la gentilezza di rimanere al mio uno e settanta, arcuando le gambe in modo da non sorpassarmi. Solo i veri amici fanno cose così. Lui è la persona fra tutte quelle che conosco, che capisce di più. Non tanto che MI capisce, ma proprio che capisce. Dalle scemenze alle cose serie, passando per le supercazzole e le paturnie esistenziali, è una specie di scoglio, di punto di riferimento, di molo che mi dà sicurezza. Diciamo che è un buon ascoltatore, ma non è che basta prestare le orecchie a uno che parla, per quello si pagano gli psicologi. Lui sta ascoltando e capendo. E magari, quando serve, dà pure una mano, così, con leggerezza. Credo che sia la persona più buona che conosco.
Matteo - quasi come Brian May
Matteo l’ho conosciuto all’università, a Bologna, fin dal primo anno. E’ di quella particolare razza mantovana, un po’ emiliani, un po’ lombardi, un po’ veneti, che è riuscita a prendere il meglio da quei tre mondi. Ho capito che era una persona speciale quando gli ho detto “massì, mi ricordo benissimo che sei di Matera”, e lui non mi ha mandato a cagare. O mi ha mandato a cagare, ma con un sorriso. Ancora oggi Matera e Mantova per me sono un po’ la stessa cosa… Egli mi ha introdotto alla musica – “morta nel 1972, con deroga al 1975 per A night at Opera dei Queen” – ma soprattutto ha fatto di me un uomo. Successe all’Osteria dell’Orsa, era il 1995, c’erano anche il suo compagno e amico Andrea Rossi, Francesco e Veronica. Uscivamo dalla proiezione di un Pulp Fiction ancora non ben metabolizzato. E io nei tavolacci dell’osteria cenavo con una capresina, mentre lui mi insegnava che si poteva consumare una ciotola di fagioli con le cotiche. Quella lezione mi sparò fuori da Nuoro, dentro Bologna e dentro il mondo tutto, le possibilità, la voglia di allungare le mani sulle cose. Un po’ scherzo e un bel po’ no. Da lì sono state chiacchiere, progetti, confidenze, boiate. Uno che capisce le cose importanti, non le teme, le affronta. Che a essere brava gente a parole siamo buoni tutti. Proprio una persona preziosa.
LE RAGIONI DI UNA SCELTA
Hanno accettato di farmi da testimone per ripulirsi la coscienza da quella volta che hanno tentato di uccidermi.
Matteo, quella volta che tornato dall’Inghilterra mi ha raccolto all’aeroporto e m’ha offerto a casa sua un succo di ananas gelato, in un luglio torrido. Un succo con pezzetti di frutta “così è più saporito” disse. Solo il giorno dopo, studiando la confezione, ho capito che i pezzi di ananas erano la muffa a mucchietti di quello scadutissimo beveraggio.
Giacomo quella volta che mi ha portato a guidare a 17 anni, senza essere mai entrato in macchina dalla parte del volante, per iniziare a imparare. Lui patentato da un anno. Ma soprattutto quella volta, saranno stati dieci anni prima, che mi ha fatto scendere un discesone – con curva – su una Graziella senza freni, che tanto “dopo la discesa c’è la pianura e la bici si ferma da sola”. Ecco, là per davvero vivo per miracolo.
Hanno differenze importanti: L’amore per le Citroen di Giacomo e la fedeltà per la Grande Patria Germania di Matteo con le Volkswagen. Poi il tango per Matteo (disponibile per prenotazione di giri durante la serata) e la discomusic di Giacomo (fare largo in sala durante l’esibizione).
Ma sono simili perché: Non ti risponderanno mai in tempo breve a un messaggio, una mail, una lettera. Magari non ti risponderanno mai. E tifano Juve con tutte le loro corna.
Queste cose, in sé, non sarebbero state sufficienti. Per essere miei testimoni, avevo bisogno che la loro virilità fosse certa e ben documentata. Così, interrogate le rispettive compagne, esse entusiaste mi risposero così:
Lindalisa per Matteo e Emanuela per Giacomo
SCHEDA TECNICA
Potreste non riconoscerli nella bolgia della festa
quindi butto giù una veloce guida per distinguerli
Hanno espressioni intelligenti
Sono dotati di spirito artistico
Hanno un presente gajardo
E un passato di cui non si vergognano
Matteo (a sinistra) e Giacomo (a destra) come vogliamo ricordarli sempre