Le bomboniere svelate

Per tutti i romantici che ancora passano di qui ogni tanto, sul nostro foodblog abbiamo svelato il mistero delle bomboniere.
Perché anche noi siamo ancora romantici, tanto.

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Cosa viene dopo

Cosa viene dopo?
No, non dopo il ballo della scuola e neanche dopo aver detto Ti Amo per la prima volta. Forse arriva dopo il primo bacio, o probabilmente durante la prima vacanza insieme.
Fatto sta che dopo il matrimonio qualcosa cambia.


Primo, sei più sereno.
Non penso dipenda solo dal fatto che hai finalmente finito di organizzare date, di prendere appuntamenti, di scegliere fiori e colori, di ospitare, di ringraziare. Non ha nulla a che fare con la benedizione civile e figurati con quella religiosa; non ha legami terreni, visto che di fatto convivevamo in un bilocale con due gatti prima e conviviamo in un bilocale con due gatti adesso.
Io, che non credevo nell’amore, che non davo fiducia al matrimonio, mi ritrovo a viverlo magicamente: a sentirmi serena, perché so che lui non è solo Fabrizio ma è mio marito, e mi ha scelto; mi ritrovo consapevole di me stessa e del mio spazio come mai prima, perché il mio spazio si è allargato, nonostante la mia nota claustrofobia per i legami; so chi sono, e quando mi perdo in ritmi alieni al mio battito, basta poco per riappropriarmi di me stessa: un bacio, e il pensiero di lui.
Il matrimonio cambia, in mille modi suppongo: quello che noto, guardandomi in giro, è che tutti si sentono più forti dopo aver detto di sì. Non è una novità, quello che provo: è però interessante il modo in cui si declina tra le coppie questa sensazione, nel mondo che abitiamo e che nel frattempo non è cambiato.
Famiglia per noi è una casa che si riempie di voci e di odori, di gatti e di cibo: di sere calme e di chiacchere condivise.
L’essere più forti, nel nostro matrimonio, significa essere diventati ancora più accoglienti di prima: casa nostra è casa dei nostri amici, di quelli che sanno dare che sanno ricevere, pensiamo alle prossime cene, teniamo il divano letto pronto per gli amici che vengono a trovarci.

Famiglia per molti è essere in due, monadi anche in coppia, individui pensanti prima che esseri sentimentali: il matrimonio fortifica l’egocentrismo, e non contribuisce di fatto a una società più forte, più unita. Il matrimonio, per molti, è sentirsi più forti in due e pensare che quei due possano essere di sostentamento l’uno all’altro senza bisogno di nessun altro apporto.
Ci si sposa, e ci si rimpicciolisce invece di allargarsi, che paradosso!
Non so, io personalmente ho fame di essere umani, buoni, generosi e sensibili: il matrimonio è servito anche a misurare il modo in cui le persone si rapportano a te in un momento così importante. Qualche sorpresa amara, ma nulla per cui struggersi. Il matrimonio, in questo senso, ti rende più strafottente, anche se sei il paladino della coesione sociale come me fino a tre righe sopra.
Poi, tante altre cose, che dipendono dall’amore più che dal matrimonio, ma che non è il tempo di affrontare sul blog: e poi, ne ho davvero voglia?

Dal viaggio di nozze ho smarrito qualsiasi senso di frenesia / dovere / attaccamento alla forma blog: ne è prova il nostro sito di cucina, che giace inutilizzato da mesi, nonostante in questi ultimi tempi stiamo mangiando cibi meravigliosi in posti meravigliosi; e questo povero blog, che aspetta le foto di entrambi i matrimoni per vaneggiarsi un po’ e sentirsi utile in qualche modo, pure questo blog viene dimenticato in fretta.
Vediamo cosa succede.
Ecco, il matrimonio mi ha insegnato a relativizzare. O forse dipende dal fatto che sono felice.

Questi sono i cuoricini di zucchero che Alajmo ha preparato per noi, e che ci ha servito col dolce. Li abbiamo conservati nel frigobar della camera fino al mattino dopo, solo per poterli fotografare e ricordare. Li abbiamo lasciati nel frigobar, per la felicità di chi li ha saputi vedere e riconoscere.

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Riordinare l’amore (in 44 foto)

Siamo a Milano ormai da qualche giorno: la pelle è di nuovo spenta e i capelli di nuovo grassi, la sveglia suona e ogni tanto non la sentiamo, i gatti ci stanno incollati come telline perché gli siamo mancati.
Ma siamo sposati e ci sentiamo sposati, e questo alleggerisce tutto.
L’unico serio inconveniente del matrimonio è la selezione delle foto: tenete conto che ci siamo sposati due volte, che non avevamo un fotografo ma almeno dieci (e non abbiamo ancora ricevuto tutte le foto), e ricaverete una quantità di foto surreale.
Con calma, quindi, metteremo su una gallery in modo che tutti possano vedere quanto eravamo belli (e quanto erano belli tutti). Questa è solo una piccola anteprima.
Possiamo iniziare da quando siamo usciti di casa, a Olevano, pronti per sposarci

Qui con noi Matteo, il testimone che qui vedete in tutù. Sui testimoni grandi rivoluzioni dell’ultimo minuto, con il forfait di Giacomo per Fabrizio e di Chiara per me. Problemi di salute non ovviabili, uno dei quali ha però dato alla luce Alessandro Léon!

Questo è quando ci siamo scambiati gli anelli e ridevamo perché avevamo fatto confusione

Il brindisi con i testimoni e la torta a piani (noi intendevamo altro, ma i piani in fondo c’erano)

La nostra prima colazione da sposati, con io che non finivo più di fotografare la sua mano con la fede

La domenica l’abbiamo trascorsa con Matteo e Lindalisa, tra Vietri e Minori, tra un’ottima pizza e i dolci di De Riso

Lunedì sera la nave verso la Sardegna, dove stavano continuando a preparare i dolci tradizionali sardi che avremmo offerto ad amici e parenti il giorno delle nozze. Qui sotto zia Maria impasta per gli amaretti

La casa a Nuoro era sempre piena di donne che collaboravano per preparare i dolci, e abbiamo vissuto in una sorta di comune zuccherosa e mandorlata sempre all’opera tra forni, mattarelli e pentole. Una meraviglia. Qui sotto il caramello con le mandorle per preparare il gatò (una sorta di torrone con mandorle, miele e limone)

Oltre ai dolci preparati in casa, arrivavano sempre altri dolci regalati: questi sono tipi savoiardi, ma molto più leggeri, friabilissimi, e con scritte di auguri e buona fortuna

Svelato il mistero: ecco le bomboniere che accompagnavano i confetti e i centrini.
I ricettari degli sposi, con le ricette nostre, di amici e di chef. E con i disegni di Susanna!

Il venerdì sera sono andata a Galtellì, lasciando lui a Nuoro. Non ho dormito nulla, ma la mattina ero fresca e serena. Fabrizio è venuto a prendermi in casa col boquet (magnifico!), così come si usa a Galtellì; nel cortile nel frattempo veniva servito il buffet di dolci.

Ero serena anche perché ero entrata nel vestito, che anzi mi ballava un po’, e potevo tornare a mangiare liberamente!

Mangiavo di nascosto anche quando mi fotografavano (qui con la mia amica Marta)

Qui siamo io e mia sorella Marina, testimone a entrambi i matrimoni insieme al mio amico Angelo. Amo questa foto perché sorridiamo e siamo felici entrambe, ed è una foto bella da aggiungere alle altre che ci hanno inquadrato da quando eravamo nella culla a oggi. Lei, la mia sorellona, sempre con me :)

Al di là di noi partecipanti alla festa, c’erano degli ospiti d’onore, delle persone che ci hanno emozionato con le loro voci come non accadeva da tempo. I Tenores di Bitti, qui sotto mentre le telecamere della Rai li riprendono (stavano giusto girando un documentario nel cortile di casa).

Nel cortile la loro presenza era entusiasmante, anche se c’era chi cercava di boicottarli inneggiando all’ingresso degli sposi

Hanno riscaldato le loro voci, mangiato qualcosa, e qualche minuto prima delle 11 i Tenores si sono avviati verso la chiesa, che era lì a pochi passi

Non volevamo la marcia nuziale, ma non avremmo mai pensato all’onore di entrare in chiesa con l’Anghelos cantade dei Tenores

Dopo la messa si sono giustamente rilassati

Qui con i nostri genitori (qui manca Lalla, la mamma di Fabrizio, che vedete nella foto successiva): tutti belli e radiosi, anche sotto i colpi di pugnetti di grano lanciati con una certa forza

Io e Lalla, con un abito bellissimo!

Mio padre, in missione fotografo

Qui mia madre, prima di uscire nel cortile, la mattina presto in casa. Ho una mamma bellissima!

Qui avrei pagato per sapere cosa il prete le stava dicendo

Io ero calma prima e dopo la messa

Anche se mi avrebbero rotto i piatti di lì  a poco: è usanza sarda predisporre dei piatti con grano (lavato e asciugato), fiori, monete e caramelle. Si rompe lungo il percorso dalla casa alla chiesa, e dopo la messa, ai piedi della sposa: simboleggia la rottura dell’imene (ne discutevo amabilmente di fronte a povere vecchiette che non sentivano imene dal 1954), un po’ come il taglio del nastro in Campania. A rompere il piatto è una donna, che augura buona fortuna e buona sorte agli sposi: la fortuna si avrà solo se il piatto sarà ben rotto. Non è un rito che ho particolarmente amato, ma vabbè.

Ero calma forse perché sapevo che mi avrebbe aspettato il mio mailino lì a Su Gologone

Insieme alla torta

Se in Campania avevo la gioia di vedere tutta la mia famiglia riunita, in Sardegna abbiamo festeggiato con gli amici, che da dovunque sono arrivati a Galtellì: senza di loro, non sarebbe stata festa. Qui, Kja e Leo da Parigi

Qui sotto, radiosa come sempre, Chiara da Bologna

In Sardegna c’erano molti meno bambini, ma anche qui sono stati favolosi: si sono impossessati della lavagna, e il bacio per gli sposi ha fatto il giro dei tavoli trasformandosi in bacio per tutti. A un certo punto è diventato un Superbacio!

I veri fuoriclasse erano due: Franz, alias Francesco, figlio di Michele e Daniela. Franz è stato il bambino più fotografato del matrimonio, forse per la splendida cravatta rossa

Qui, quella meraviglia di Rachele, la bimba di Anna e Roberto. Rachele ci ha portato le fedi in una borsetta viola, e indossava un vestitito verde. Era bellissima!

Dopo il pranzo e la torta, finalmente il lancio del boquet. Io urlavo qualcosa

Il boquet l’ha preso Lindalisa: lei era raggiante, anche Matteo era felicissimo :)

Si sono aperte le danze: qui eravamo io e Fabrizio scatenati su Sarà perché ti amo

Ma i veri fuoriclasse erano altri: Simone e Marta, affittabili per le feste, ballano, sono belli e simpatici. Si forniscono pacchetti completi :)

Dopo le danze, le chiacchere davanti al camino, solo noi amici e neosposi

Il giorno dopo avevo ancora gli occhi a cuoricino :-P

La domenica, pranzo con gli amici superstiti e poi valigie, verso il nostro viaggio di nozze in giro per l’Italia.

Ogni giorno una tappa, ogni sera un albergo diverso, km e km su autostrade, strade provinciali, stradine di montagna, quasi sempre sotto il sole, a inebriarci di autunno, di cibo, d’Italia

Dal Lazio all’Umbria, dalle Marche all’Emilia, fino al Veneto, è stato un viaggio sorprendente: nell’unica tappa che ci ha deluso, Foligno (ricostruita con criteri che ricordano le facciate della nuova Noto), abbiamo comunque trovato una libreria innovativa, affascinante, ospitata nelle sale di un vecchio cinema. La selezione del libraio ci ha rinfrancato il cuore, e abbiamo trascorso un intero pomeriggio tra i suoi scaffali

Abbiamo soggiornato in luoghi che ci hanno aperto il cuore, che hanno trasferito la nostra anima tra le pietre e le storie di chi ha vissuto e costruito quegli stessi luoghi: Petrella Guidi ci ha lasciati estasiati, la storia del Borgo del Sole e della Luna e di Milena ci ha commossi. Abbiamo Petrella e la Valmarecchia nel cuore!

Un viaggio dove il cibo ha fatto da padrone, tra i tuffi nel mare di Uliassi, il sorprendente equilibro del Piastrino, la magnificenza della mortadella di Bottura, i lieviti profumati di Bonci, l’hamburger del Calandrino e la perfezione delle Calandre, il nostro posto del cuore ormai! Per ogni tappa, abbiamo milioni di ricordi, e le dovute testimonianze per gli amici!

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In ritorno

La panchina dalla quale Federico Fellini e Giulietta Masina guardavano la valle di Petrella Guidi

Tra qualche ora di nuovo a Milano.
Voglia di tornare, zero.
Essere in viaggio insieme è stato il modo più bello di iniziare il matrimonio: ora, continuiamo a viaggiare.

Abbiamo visto posti magnifici (la Valmarecchia sopra tutti), dormito in letti morbidi, mangiato bene, guidato tranquilli.
La prospettiva della routine, della sveglia al mattino, di non risvegliarci insieme, sinceramente ci uccide, ma non siamo certo i primi sposi ai quali capita :)

Appena ci riprenderemo un po’, vi racconteremo questo viaggio, che è il vostro regalo: grazie quindi di averci fatto girare l’Italia, grazie per i pasti che ci avete offerto, grazie per la benzina, per le scarpe di Miu Miu, grazie per gli scorci e i gatti che abbiamo conosciuto.

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La festa in Sardegna


Ci siamo sposati e ri-sposati, e anche il secondo matrimonio è stato meraviglioso: una festa molto più in grande, emozioni diverse, e la felicità di festeggiare con i nostri amici che da ogni parte d’Italia e d’Europa sono volati in Sardegna fino a Galtellì.
Un grazie speciale ai Tenores di Bitti, che ci hanno accolto in chiesa, che hanno cantato la messa, e che ci hanno dedicato Non poto reposare: erano anni che una canzone non mi emozionava così tanto!

Grazie alla signora Pasqua, che ha costruito l’anima e le pietre di Su Gologone, e che ci ha regalato un pranzo indimenticabile e un ricordo di un’accoglienza perfetta.
Grazie ai testimoni, sempre vicini e sempre carissimi, grazie!
Grazie ai nostri genitori, di nuovo e sempre.
Grazie alle donne sarde che hanno confezionato dolci per il nostro matrimonio, seguiranno foto incredibili.
E ora, torniamo al viaggio di nozze :)

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